05 dicembre 2005

La possibilità persa di un'isola.


Ho terminato l'ultima fatica di Michel Houellebecq. Temevo di non essere in grado, una volta giunto alla fine, di formulare un giudizio relativamente obiettivo: Piattaforma mi aveva fatto innamorare di Houellebecq. Mi sbilancio: era entrato nel minuscolo scaffale dei libri che mi hanno segnato profondamente. A questo scaffale prima o poi dedicherò un post.
Tornando all'Isola, le premesse c'erano proprio tutte: una bella commistione di generi, dalla narrativa contemporanea alla fantascienza al saggio; la scrittura asciutta e precisa di Piattaforma; l'innovativa struttura a voci alternate. La trama stessa e' suggestiva: Daniel, un comico di successo ed ossessionato dal decadimento fisico, alla fine della carriera e di una relazione sentimentale, aderisce ad una setta new age che promette la vita eterna mediante la clonazione. Sarà il successore Daniel 25 a fornirci uno sguardo lucido e oggettivo della vita di Daniel e a raccontarci, al contempo, il futuro della Terra dopo catastrofi climatiche ed ecologiche.
Ma già dalle prime pagine, molti dei temi cari a Houellebecq - sesso, denaro, materialismo, conflitti sociali - si ripetono stancamente dimostrando di essere più un pretesto che una fede.
Temi non sviluppati, dicevo: ed è un peccato dacché le suggestioni sono molte: lo scrittore avrebbe potuto regalare una visione del futuro - siamo nel 4000 d.C. - tragica ed emozionante; invece inciampa in luoghi comuni ed errori grossolani, come il ritrovamento di una macchina foografica Rolleiflex perfettamente funzionante.
Il sesso - efficace metafora houellebechiana dei rapporti di forza nella società postmoderna - diventa ripetitivo e pretestuoso, sovente fine a se stesso, e non porta ad una riflessione amara ma profonda come in Piattaforma.
Il viaggio di Daniel 25, che tenta di raggiungere quella che un tempo fu l'isola di Lanzarote, conclude il romanzo: ma è una chiusura svogliata, poco convincente, e se vuol essere metafora della riscoperta della sofferenza in un mondo anestetizzato, non è una metafora incisiva. L'Isola mi lascia insoddisfatto perché, a differenza di Piattaforma e di Estensione del dominio della lotta non ha un messaggio preciso e forte da lanciare al lettore.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Fantastica! !
http://www.20mbweb.com/World/youngwhores/Maturi.html

Anonimo ha detto...

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