09 aprile 2013

Una lunga stagione di golpe da operetta.

La notizia è una di quelle che, se non hai la vista allenata e una certa passione per il tema, passa sotto silenzio: un sottufficiale dell'Aeronautica progettava un colpo di stato che sarebbe dovuto attuarsi il 25 aprile 2012. Tutto saltato.

Stando all'articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano, un sergente allora in forze al Sesto Stormo di Ghedi (BS), evidentemente scontento dell'ordine costituito, stava organizzando un'azione armata volta ad ottenere un incontro (si presume senza invito) con alte cariche dello stato. Sarà la nostra storia postbellica e i precedenti illustri (golpe bianco, golpe nero, piano Solo, Rosa dei Venti ecc), sarà la città scaligera già teatro delle gesta del colonnello Spiazzi, sarà il Veneto, già grembo di altre goliardate mica da ridere, come il tanko dei Serenissimi sotto il campanile di San Marco; tant'è che il sergente covava quest'idea con ardore e, mentre con la mano sinistra racimolava armi da guerra (questo è preoccupante), con la destra cercava di reclutare commilitoni, compagni d'arme e altri facinorosi che lo seguissero nell'impresa.

Ma le similitudini con i suoi predecessori finiscono qui. Primo perché -- e lo scrive uno che sulle spalle nemmeno i baffi ha avuto -- un golpe come si deve lo organizza almeno un ufficiale superiore: il comandante Borghese era tenente di vascello prima dei trent'anni, Spiazzi un colonnello, De Lorenzo addirittura un generale: ma un sergente, suvvia.

In secondo luogo il metodo e la segretezza: ve lo immaginate Edgardo Sogno che, per chiamare all'appello i fedelissimi ed incitarli a sovvertire l'ordine, appende manifesti o distribuisce volantini? Perché  il nostro sergente -- sempre stando alle agenzie -- reclutava i suoi uomini via Facebook. Tanto vale scriverselo sulla fronte. Io ho sempre in mente i fotogrammi di Vogliamo i colonnelli: straordinaria la sequenza di Tognazzi che recluta volontari tra gli amici ufficiali di comprovata fede fascista.

Un altro golpe da operetta, anzi forse il più faceto tra quelli noti, scoperti o divulgati. Però l'uomo comune, quello che magari legge tra le righe e non guarda solo Studio Aperto, qualche domanda se la deve fare. Le nostre istituzioni hanno ancora gli anticorpi necessari a difendersi con prontezza da queste inziative? Fino a quando alcuni settori dello Stato saranno terreno fertile per chi coltiva idee che con la democrazia poco hanno a che fare? E, soprattutto, chi è così ingenuo da credere alla favola del one man show?

1 commento:

Piè ha detto...

Veramente Hitler era caporale, ma era in Germania dopo la guerra.