23 luglio 2008

My life 2.0.

Perché a volte le cose cambiano.

Scrivo questo post da Venezia. Sono qui per lavoro. Non è la prima volta che bazzico Venezia per lavoro, e chi legge il mio blog lo sa.

Dov'è la notizia, allora?

Prima di dare la notizia è necessaria una premessa che ha il sapore di un disclaimer. Ovvero: io per primo ho ben poche informazioni sul mio destino e sul mio futuro. Soprattutto, ho pochissime certezze. Di dettagli neanche a parlarne. Pertanto, è possibile che quanto sto per scrivere non accada o accada in maniera diversa. Sia quel che sia.

Passo alla notizia. Sono a Venezia per lavoro, dicevo. Ma stavolta, la cosa andrà un po' più per le lunghe. Diciamo un paio d'anni, forse qualcosa meno. Cerco di essere più esplicito: con una forma ancora da stabilirsi, e se tutto va per il verso giusto, per i prossimi due anni lavorerò al Future Centre di Telecom Italia a Venezia. Il che significa diverse cose.

Qualche settimana fa si è prospettata un'attività interessante e pertinente al mio profilo. A quanto pare anche il datore di lavoro era d'accordo. Potrebbe essere un'esperienza gratificante e una delle poche opportunità di crescita che finora mi sono state prospettate; per di più, mi consentirebbe di trasformare la mia passione per la fotografia in un progetto non privo di una qualche operatività.

Preferisco omettere i pochi dettagli di mia conoscenza, per un mix di riservatezza e scaramanzia. Ad esempio, sono ancora in attesa che la mia eventuale disponibilità a cambiare sede di lavoro per un periodo così lungo sia in qualche modo formalizzata. Per ora inizio a lavorare al progetto e aspetto che il telefono squilli.

Due anni a Venezia significano anche altro, ovviamente. Prima di tutto, lontananza. Da Torino, dove c'è la mia famiglia, qualche amico e la mia vita negli ultimi sette anni; da Genova, dove vivono i miei genitori e gli amici. A 33 anni, la maggior parte delle persone che conosco hanno una situazione stabile. Io ricomincio con un nuovo nomadismo, mettendoci tutto il mio entusiasmo e quelle due o tre cose che ho imparato negli ultimi dieci anni.

Lontano. Sì, abbastanza. 5 ore di treno, 4 se prendo l'alta velocità, più gli spicci per andare a Settimo. Non è uno scherzo, sia chiaro. Sapere che vedrò la mia famiglia solo nei weekend per i prossimi 2 anni, durante i quali dovrò viaggiare con una certa frequenza, non mi lascia indifferente. Quando mi guardo indietro mi rendo conto che, rispetto alla media, ho quietato veramente poco, e mi domando quanto sia frutto del destino e quanto il risultato della mia curiosità.

Poi ci sono le incognite lavorative che chiunque, dotato di un briciolo di onestà intellettuale, si porrebbe: diciamo tutte le domande della serie "sarò all'altezza del compito assegnatomi?"

Per ora, certezze poche. Pochissime. Finisco questa settimana a Venezia, magari riesco a fare anche qualche giorno di ferie, e poi a settembre vediamo che cosa succede.

Mi verrebbe istintivo, in un momento così particolare della mia vita personale eprofessionale, rivolgere ai miei amici una frase del tipo "Statemi vicino"; ma mi rendo conto che, in realtà, si va a stare semplicemente più lontani.

Me la caverò.

E' l'1.30 di mattina e manca poco all'inizio di un nuovo giorno. Dormire qualche ora non sarebbe una scelta sbagliata.

Buonanotte.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Sai che sono (immodestamente, per una volta) in grado di dire di più. Quantitativamente e qualitativamente. Ma, per tutto quello che mi passa per la testa dopo aver letto il post, ti dico solo:
se possibile, fallo.
Ovviamente sono con te.

Anonimo ha detto...

Caro Pippo, tu conosci tutta la mia storia, quello a cui ho rinunciato per seguire i miei sogni... non me ne pento, anzi mi chiedo dove sarei finito se non mi fossi lanciato nel vuoto... Hai vicino una moglie splendida e l'unica che deve essere disposta a sopportare tanta distanza e solo lei... Per il resto non posso che consigliarti di seguire sogni ed ambizioni, perchè in quell'azienda avere opportunità di fare qualcosa di stimolante è cosa assai rara. Dopo tanto grigiore e immobilismo è normale chiedersi se si sarebbe all'altezza, ma conoscendoti sono certo che scivolerai nel nuovo impiego come la mia nissan con le ruote lisce ( che poeta ;-) )
Vi aspetto qui in Sardegna!
Un abbraccio

Anonimo ha detto...

Bene Pippo, sono contento per te, anche perché da come scrivi sembri contento pure tu. Fai bene ad accettare questa "sfida"!
Ciao e in bocca al lupo
Giorgio (Strato2006)

P.S. dato che ho conosciuto la blogosfera grazie a te, e mi hanno "costretto" con un gioco a citare delle poesie, nel mio post di oggi ti ho citato e ho inserito due tue composizioni che mi sono particolarmente piaciute (ovviamente presentate come tue); spero non ti dispiaccia, ma se dovesse essere dimmelo senza problemi che le cancello all'istante e metto il link!

Anonimo ha detto...

auguri per il nuovo lavoro poi ci farai sapere! posto da me una tua poesia "amico" con tuo link, se ci sono problemi fammi sapere

Anonimo ha detto...

Ci sono posti più brutti al mondo di Venezia!
Devi ovviamente valutare i pro e i contro... io ho fatto il nomade per lavoro (ed altro...) più volte nella vita...ma sono un cattivo esempio. :-)

In bocca al lupo!

Darko

Anonimo ha detto...

difficile dare suggerimenti se non quello di seguire la voce che ti viene dal profondo delle viscere.
Resta solo da fare un grande in bocca al lupo.

Anonimo ha detto...

che notizia...dall'instabilissima Turchia in bocca al lupo.

santa