28 dicembre 2009

Questa non è Los Angeles.


Infatti è Genova, il lungomare di Corso Italia, una sera di fine dicembre.
Nel pomeriggio ci sono quasi 16 gradi, lo Scirocco porta umidità e sale.
Qualcuno mi chiede ancora perché me ne sono andato. Sì, c'è ancora qualcuno che fa queste stupide domande. Quando ho voglia, gli rispondo che sì, è vero, me ne sono andato; ma che, tuttavia, io posso sempre tornare. Mentre chi è sempre rimasto, non può far altro che rimanere.

3 commenti:

www.asino.com ha detto...

Chi rimane può sempre fare un viaggo altrove e poi tornare.

Goditi la tua Settimo piena di meridionali, va..

Anonimo ha detto...

Cit. , ma il vero genovese sa che il viaggio dev'essere breve perchè potrebbe correre il rischio di accorgersi che ci sono posti migliori di Genova. Sì perchè il genovese sa di vivere nella città più bella del mondo, la superba, ma sa anche che Genova la città più bella del mondo non è. E così, il vero genovese, vive nella sua città "dormitorio" (come io la definisco), compiacendosi della propria genovesità, coltivando la mentalità del mugugno a tutti i costi, lamentandosi di una classe politica inetta, clientelare e immobilista, ma anche monocolore da 65 anni.
Genova, la superba, città in mano agli armatori a alla CULMV, ai banchieri e ai bancari, ai professionisti e ai faccendieri, ai genoani e ai sampdoriani...
Genova che ha il mare, ma anche il salino; i caruggi, ma anche le puttane; Albaro, ma anche Begato; i genovesi, ma anche i terroni; gli italiani, ma anche gli stranieri; i genoani, ma anche i sampdoriani.
Un cosiglio all'amico www.asino.com, goditi la tua Genova piena di genovesi, và...

Andrea M.

Giuseppe ha detto...

Il commento di Andrea M varrebbe un post.
Quello di Asino... be', nomen omen :-)